Epistemologia e didattica
Cosa significa insegnare musica? Perché insegnarla? Cosa trasmettere? Quali competenze sono necessarie per sviluppare un percorso coerente e significativo? Come faccio io che non ci “capisco” niente di musica ad insegnarla? Queste sono le domande più ricorrenti che sentiamo circolare tra le insegnanti di scuola elementare. Bene, noi vorremmo invitare le insegnanti a riflettere serenamente sull’argomento e allo stesso tempo rispondere alle domande (peraltro legittime) di cui sopra.
– Cominciamo dall’ultima domanda. Normalmente la frase “non capisco niente di musica” si riferisce sostanzialmente al fatto che le insegnanti non suonano uno strumento e non sanno leggere la musica.
Ma, operando le dovute proporzioni in relazione alle altre materie, nessun insegnante é scienziato, o pittrice o uno storico oppure un matematico eppure tutti loro insegnano le diverse materie senza questo stato di angoscia e senso di frustrazone.
E allora perché non iniziare a liberarsi da questo ostacolo culturale che vuole separare la musica dal’educazione, il fatto artistico da una formazione di base sana e per tutti? Esistono entrambi.
Il dovere della scuola elementare é quello di formare degli individui sensibili, critici, attenti agli stimoli circostanti; suo obiettivo é quello di creare curiosità , interesse e amore per lo studio, per la conoscenza, per le relazioni e le interrelazioni disciplinari e socioculturali. Non é certo compito della scuola elementare creare degli artisti, anche se attraverso un pensiero come quello enunciato poc’anzi ci sono buone probabilità che la vita stessa possa essere vissuta come un ‘opera d’arte. Compito della scuola elementare é quello di allineare accanto alle altre discipline quella musicale. Sottolineamo, a sostegno della nostra tesi, la dicitura ” Educazione al suono e alla musica” per chiarire che questa disciplina non deve mirare esclusivamente a prodotti musicali ma fondamentalmente al suono (in termini di ascolto e produzione) e alle sue caratteristiche, ai suoi significati, alle sue infinite possibilità combinatorie.
Insegnare ” Educazione al suono e alla musica” significa quindi da un lato rendere consapevoli i bambini del “paesaggio sonoro” in cui si trovano a vivere (ascolto, percezione, analisi), e dall’altro, sfruttando le competenze naturali e quelle che man mano vengono acquisendo, una produzione di eventi sonoro-musicali che traducano pi๠o meno fedelmente la loro sensibilità . Significa inoltre mostrare ai bambini che anche i fenomeni sonoro-musicali possiedono un “nome”, hanno dei sistemi di codificazione e decodificazone sia personali che collettivi e quindi culturalmente condivisi .
– Perché insegnare educazione al suono e alla musica?
Basterebbe domandarsi che tipo di rapporto noi stessi abbiamo con il mondo dei suoni e della musica, cosa ascoltiamo, come ascoltiamo.
Basterebbe pensare a quante e quali emozioni genera l’ascolto o la produzione (strumentale o canora) di un brano musicale per capire la unicità delle reazioni a questo fenomeno. Non potendo essere vista ne toccata e tantomeno odorata o gustata, i suoni e la musica hanno una relazione con il divino, con la sfera magico religiosa, con l’anima e con le emozioni , con tutto ciò che non è palpabile. Fornire ai bambini un’attenzione a tutto questo non sarebbe cosa di poco conto.
-L’insegnante, dopo aver letto queste poche righe, si sentirà forse in sintonia con il pensiero di base enunciato ma ben presto si domanda : “ma io come faccio, quali strategie usare, quale preparazione devo avere? In che modo posso trasmetterle?
Ci rendiamo conto che la Scuola Magistrale (ormai ex) non prepara ne sensibilizza sufficientemente le allieve ad una educazione al suono e alla musica, mentre in qualche modo offre le basi per un insegnamento delle altre discipline. Crediamo, tuttavia, che ogni insegnante abbia completato la propria formazione attraverso studi successivi alla scuola magistrale, attraverso un costante aggiornamento, attraverso una maturazione personale, attraverso l’esperienza diretta con i bambini e attraverso un’auto sensibilizzazione all’importanza dell’educazione come base per una società civile e progredita. Anche in questo caso, sosteniamo quasi ripetendoci, che non é strettamente necesario essere musicisti per insegnare “Educazione al suono e alla musica”.
Basta essere attenti alle necessità (sia fisiologiche sia spirituali) del bambino nei suoi diversi momenti di crescita e maturazione; domandarsi quali competenze deve sviluppare il bambino affinché accresca la sua sensibilità all’arte; interrogarsi sulle concezioni e conoscenze personali in relazione alla musica e al paesaggio sonoro e relazionarle a quelle dei bambini; riflettere su quanto e come sia presente la musica nella nostra quotidianità , al perché genera tutte queste straordinarie emozioni, al perché accompagna qualsiasi immagine televisiva o cinematografica, al perché ognuno di noi non può avere una conoscenza di base del fenomeno; basta credere vivamente e veramente all’importanza di inserire attività legate all’educazione al suono e alla musica nella propria didattica. Cominciare a pensare non solo di educare al suono e alla musica, ma di educare con il suono e con la musica. Pensare insomma al suono e alla musica non come dei mostri irraggiungibili, come qualcosa al di fuori di noi, ma come irrinunciabili compagni di viaggio costanti e preziosi come d’altronde di fatto é.
Primo ciclo
Indicatori e obiettivi
(I numeri corrispondono agli indicatori del documento di valutazione e le lettere agli obiettivi)
1) Ascoltare, analizzare e rappresentare fenomeni sonori e linguaggi musicali;
a) ascoltare se stessi, ascoltare gli altri;
b) ascoltare, riconoscere, catalogare i suoni del contesto scolastico;
c) ascoltare, riconoscere catalogare i suoni del contesto casalingo;
d) ascoltare, riconoscere, catalogare i suoni del contesto cittadino;
f) ascoltare riconoscere, catalogare i suoni della tecnologia e quelli naturali;
g) produrre un senso critico e un gusto personale nella selezione e nel giudizio della qualità dei suoni circostanti;
h) comprendere, riconoscere la qualità comunicativa dei suoni;
i) riconoscere all’ascolto la forza comunicativa dell’intonazione vocale;
l) riprodurre per imitazione semplici sequenze ritmico-verbali;
m) riconoscere all’ascolto la differenza tra parlare e cantare;
o) comprendere, riconoscere, riprodurre le diverse caratteristiche del suono;
p) comprendere, riconoscere e produrre brani con suoni in successione (melodie, ritmi) e brani con suoni simultanei (armonia, poliritmia);
q) acquisire attraverso l’ascolto i concetti di contrasto, uguaglianza, similitudine e somiglianza;
r) tradurre con il corpo emozioni generate dall’ascolto;
s) riprodurre sequenze ritmico-verbali nonsense;
t) tradurre con il gesto e con il movimento brani ritmici e melodici;
u) inventare, creare, eseguire sequenze di ritmi verbali;
v) inventare, creare, eseguire sequenze di ritmi verbali nonsense legati al movimento o al gesto;
z) drammatizzare e sonorizzare una storia narrata o inventata;
y) inventare una storia con degli stimoli sonori dati;
x) associare il movimento libero all’ascolto;
w) associare il movimento codificato all’ascolto;
k) tradurre graficamente ritmi verbali (comprensibili o nonsense);
j) tradurre graficamente le caratteristiche del suono attraverso colori e forme;
a’) tradurre con suoni e movimento una partitura informale;
b’) inventare, creare eseguire una partitura informale;
c’) tradurre sequenze ritmiche attraverso il codice notazionale tradizionale;
d’) acquisire le prime nozioni sulla scrittura musicale su pentagramma;
e’) comprendere il valore formativo dell’ascolto sia nelle specifiche della disciplina sia nelle dinamiche relazionali e sociali.
2) Esprimersi con il canto e semplici strumenti
a) riconoscere le potenzialità della propria voce ;
b) riprodurre con la voce suoni extramusicali;
c) inventare creare eseguire sequenze verbali;
d) riprodurre con la voce le carateristiche del suono;
e) esplorare le possibilità timbriche della propria voce;
f) sonorizzare una storia con la voce;
g) conoscere la differenza tra il parlato e il cantato;
h) cantare per imitazione brani di progressiva difficoltà e estensione;
i) riconoscere l’importanza dell’intonazione nel parlato e nel cantato;
l) recitare intonando un testo verbale;
m) recitare intonando un testo nonsense;
n) tradurre con la voce partiture informali;
o) tradurre graficamente stimoli vocalici;
p) controllare la respirazione nel parlato e nel cantato;
q) costruire strumenti musicali con materiale povero;
r) tradurre con strumenti musicali e non testi verbali;
s) tradurre con strumenti musicali e non partiture informali;
t) tradurre con strumenti musicali e non ritmi scritti in codice
notazionale;
u) suonare su un brano registrato.
Contenuti
- I suoni del corpo.
- I suoni della classe.
- I suoni della tecnologia.
- I suoni dela città .
- I suoni degli ambienti naturali.
- Filastrocche, proverbi.
- Storie narrate, inventate, disegnate.
- Quotidiani, fumetti, riviste.
- Drammatizazoni mimico-teatrali.
- Giochi cantati.
- Sonorizzazioni di storie o testi verbali.
- Partiture informali e non.
- Disegni, dipinti, illustrazioni.
- Repertorio di brani di diversi stili musicali.
- L’impianto HiFi.
- La performance musicale.
Indicazioni metodologiche
Le linee di condotta delle attività , a nostro avviso, dovrebbero contenere una giusta dose di mistura tra gioco, movimento e fantastico. Sfruttando questi elementi, che già in partenza sono patrimonio naturale dei bambini, riteniamo che l’apprendimento possa risultare naturale e gioioso. Crediamo sia importante prresentare un percorso di educazione al suono e alla musica attraverso queste carateristiche perchà© un domani anche i nostri bambini (come spesso sentiamo dire da una moltitudine di adulti ) non dicano: “ah la musica, una noia, a scuola ci facevano fare do-o-o-o, re-e-e-e….”
Secondo ciclo
Indicatori e obiettivi
(I numeri si riferiscono al documento di valutazione, le lettere agli obiettivi)
1) Ascoltare, analizzare e rappresentare fenomeni sonori e linguaggi musicali.
a) ascoltare i suoni, ascoltare il silenzio;
b) di-segnare i suoni e di-segnare il silenzio;
c) riconoscere all’ascolto suoni musicali ed extramusicali;
d) di-segnare suoni musicali e non attraverso un codice grafico personale;
e) riprodurre all’ascolto sequenze ritmico verbali;
f) di-segnare sequenze ritmico verbali;
g) riconoscere all’ascolto le caratteristiche del suono;
h) di-segnare attraverso un codice grafico personale le caratteristiche dei suoni;
i) riconoscere all’ascolto stili musicali diversi;
l) riconoscere all’ascolto semplici strutture di brani musicali;
m) riconoscere all’ascolto il timbro dei diversi strumenti;
n) di-segnare il carattere dei diversi strumenti;
o) accompagnare con il movimento o con i gesti un brano musicale;
p) inventare creare eseguire semplici coreografie su uno spunto sonoro o musicale dato;
q) creare sonorizzazioni o colonne sonore a eventi storici o naturali;
r) riprodurre all’ascolto ritmi proposti;
s) scrivere attraverso il codice notazionale tradizionale ritmi dettati;
t) analizzare la relazione tra musica e emozione;
u) conoscere ed usare elementi di scrittura sul pentagramma;
v) inventare creare eseguire brani ritmici e brani melodici;
z) analizzare le relazioni tra musica e immagine.
2) Esprimersi con il canto e semplici strumenti.
a) riconoscere la differenza tra il parlato e il cantato;
b) intonare testi poetici;
c) intonare testi nonsense;
d) capire il valore comunicativo dell’intonazione;
e) intonare per imitazione canti con progressiva estensione e difficoltà ritmica;
f) asociare gesti a suoni vocalici;
g) associare movimenti a suoni vocalici;
h) cantare (con l’ausilio del movimento) canoni a due e a tre voci;
i) riprodurre un rap;
l) inventare un rap;
m) tradurre con la voce partiture garfiche in formali;
n) intonare leggendo lo spartito;
o) sonorizzare con la voce e gli strumenti storie o eventi naturali;
p) costruire strumenti musicali con materiali poveri;
q) suonare in poliritmia;
r) relazionare musica-gesto-movimento-strumento;
s) dirigere un coro di voci nonsense e voci intonate. t) strutturare semplici performances musicali;
Contenuti
- Repertorio di brani musicali di diverso stile.
- Disegni, dipinti, illustrazioni.
- Impianto HiFi.
- Repertorio di testi letterari e poetici.
- Testi verbali nonsense.
- Quotidiani, settimanali, riviste.
- Repertorio di brani musicali cantati e rappata.
- Musica da vedere.
- Azioni corografiche.
- Performances mimico-teatral-musicali.
- Lavori in gruppo.
- Storia della musica e nozioni elementari di teoria musicale.
Indicazioni metodologiche
Fermo restando le caratteristiche legate al gioco, al movimento e al fantastico, riteniamo opportuno, in questo secondo ciclo, che inizi ad emergere una consapevolezza del bambino in relazione al fare, al saper fare, al riconoscere e al creare situazioni ed eventi sonoro-musicali. Le strategie didattiche e pedagogiche dovrebbero portare il bambino verso un’utilizzazione dei materiali sonori sempre pi๠mirata all’espressione di se stesso superando quindi la fase (che dovrebbe essere stata avviata nel primo ciclo) di esplorazione, scoperta e casuale combinazione degli elementi.
Riteniamo importante la presenza degli elementi del gioco, del movimento e del fantastico perché comunque (anche in questa età e forse per tutta la vita) hanno ancora una preponderante importanza nei processi di apprendimento di ognuno di noi.
Fonte: articolo di Ciro Paduano dell’OSI Orff-Schulwerk Italiano pubblicato su “La Vita Scolastica” anno 53 n.1 Ed. Giunti
Commenti archiviati
8 Commenti a “EDUCAZIONE AL SUONO E ALLA MUSICA per le scuole elementari”
Maria Rosa scrive:
27 giugno 2006 alle 20:39Ho letto la relazione del Prof. Paduano tutta d’un fiato, perchè mi ero già posta tutte quelle domande, come insegnante nella scuola elementare. Questo ragionamento è confortante e stimola a cercare le strategie giuste per far “sentire” ai bambini la musica non come materia scolastica, ma come “strumento” per conoscersi meglio, per creare relazioni positive e costruttive, per conoscere i suoni di altri luoghi del mondo… Forse non è tanto difficile e probabilmente coinvolge positivamente anche le insegnanti, disposte a sacrificare un po’ del loro tempo .
Carlo scrive:
7 gennaio 2009 alle 14:38Complimenti! Io sono un musicista e mi trovo adesso ad iniziare ad insegnare educazione musicale ed effettivamente questa relazione mi sembra molto utile perchè schematizza bene gli obiettivi e le metodologie didattiche!
daniela scrive:
28 agosto 2009 alle 21:35volevo sapere una cosa:a che età inizia il secondo ciclo della scuola primaria?
rispondetemi grazie
Francesco scrive:
9 luglio 2010 alle 14:39I miei complimenti vivissimi per la cura nell’esporre con chiarezza i percorsi formativi musicali di base CHE DOVFREBBERO INIZIARE DALLA SCUOLA ELEMENTARE. Grazie!!!
Raffaella scrive:
15 luglio 2010 alle 19:22Ho letto la splendida relazione del Prof Paduano e concordo pienamente con la sua posizione. Sono un’insegnante di scuola Primaria e, tra le varie materie, insegno anche Educazione al Suono e alla Musica. In questi anni ho ampliato molto le mie competenze, ho studiato e ricercato, mi sono affidata a colleghi più esperti e ho ascoltato tanto i miei bambini, ho approfondito lo studio di alcuni strumenti musicali che, fortunatamente, il mio percorso scolastico mi aveva già fatto conoscere; proprio con i bambini ho lavorato in buona armonia, loro hanno imparato a suonare il flauto dolce, la chitarra, gli strumenti ritmici, e così hanno imparato ad essere INSIEME, a formare un gruppo armonico in cui ciascuno ascolta l’altro e così regala emozioni. La trasversalità della Musica è estremamente affascinante, credo fermamente che noi insegnanti dovremmo imparare a metterci in gioco con maggiore entusiasmo e desiderio di apprendere. Grazie ancora al Prof Paduano.
Raffaella
i.a.n.e scrive:
3 maggio 2011 alle 15:26mi serve un testo di rap
ìhìhìh scrive:
7 luglio 2011 alle 12:50hìhìhì gìààààààààààà
katka scrive:
3 giugno 2012 alle 14:31Ciao,
mi chiamo Katka, sono studentessa e vivo in Slovacchia.
vorrei sapere come si chiamano i libri scolastici in Italia per l´educazione della musica. si tratta dei libri colastici della musica per la scuola elementare e per la scuola media. si usano i vari tipi? come si chiamano gli autori?
grazie per la Vostra risposta.